La Dea & Il Lunare
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16/2 21:47: Giuseppe Di Bernardo in Scarabocchi...

B_NORM  
view post Posted on 16/12/2008, 15:12 by: sekmetReply
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Questo strano oggetto nato dalla mitologia indiana per me rappresenta un qualcosa di magico e unico..."L’acchiappasogni" (Ihanbla Gmunka) era solitamente posto vicino alla culla dei bambini.
Nella sua rete venivano catturati i sogni brutti lasciando liberi solo quelli buoni...
Veniva poi tenuto durante tutta la vita, come prezioso amuleto.

Dream Catchers:
Hanging by the window, the dream catcher waits,to catch me a dream, that's hopefully great.
Quiet and still, it waits in the night,to catch a dream, traveling in flight.
Its web is of leather, its feathers light,the magic it works, carries great height.
Will it bring me a lover, a funny story or song?or, will it bring nightmares where everything goes wrong...
The time is now near, for me to lie downand wait for a dream that's happy and sound.
Dream catcher, dream catcher,caution you please, my heart is now calm, my mind is at ease
Go in the night and find what you will, catch me a dreamthat's meaningful and still.
Hanging by the window, the dream catcher waits,to catch me a dream, that's hopefully great.
Quiet and still, it waits in the night,to catch a dream, traveling in flight.
Its web is of leather, its feathers light,the magic it works, carries great height.
Will it bring me a lover, a funny story or song?or, will it bring nightmares where everything goes wrong...
The time is now near, for me to lie downand wait for a dream that's happy and sound.
Dream catcher, dream catcher,caution you please, my heart is now calm, my mind is at ease
Go in the night and find what you will, catch me a dreamthat's meaningful and still.



Tags:
miti & leggende
Comments: 0 | Views: 109Last Post by: sekmet (16/12/2008, 15:12)
 

B_NORM    
view post Posted on 16/12/2008, 14:35 by: SekEindhReply
Giorni di calma in ditta… oggi vagavo nel magazzino fingendo di avere uno scopo qualunque (ad essere sincero non fingevo granché bene: ero appoggiato ad un frigorifero) quando ecco che un collega mi passa di fianco con un “coso” nero in mano e si infila di corsa in laboratorio. Che sarà mai, mi chiedo. E si sa, nella noia, ogni cazzata è novità. Quando entro, sul bancone c’è un secchio di plastica con sopra un ritaglio di legno che funge da improvvisato coperchio, attorno almeno quattro o cinque operai, fiori all’occhiello della nostra ditta. Brinda ha trovato un piccolo di gazza. Deve essere caduto dal nido, era ai piedi della betulla in cortile. E qui, il vostro eroe (che poi sarei io) si è dovuto sorbire le ipotesi più strampalate sulla futura sorte dello schifomerda piumato. In partenza viene proposto di rimetterlo nel nido. Già io mi domando, ma perché non l’hanno lasciato dov’era? Gli uccelli sapevano già volare prima che Lucy imparasse a camminare, ma ora sembra che senza di noi il mondo smetterebbe addirittura di girare… Comunque, ci può stare di rilanciarlo lassù, perché sotto c’è il parcheggio.

“Come facciamo a tirarlo su?”

“Potremmo usare la scala” (la scala sarebbe il carrello elevatore che usiamo, a volte, per portare i divani negli alloggi)

“Si, ma c’è il Chimico che gira” (che sarebbe uno dei vecchi capi)

“Ma se telefoniamo a Giegiu, lui non lo prende?”

“Si, ma non ho qui il suo numero, non puoi passare a casa sua?”

E avanti così…

Finché il colpo di genio di “Geppetto”, il mio collega/capo, “la porto a casa mia! Franco non avevi una gabbia?”

“Si, vado a prenderla!”

Si dileguano tutti…

Il sottoscritto, che ancora non ha detto nulla, sbircia nel secchio. Lo schifomerda mi guarda inclinando la testolina. Si si, ho capito. Ci penso io. Ed incomincio la mia opera di persuasione:

“Che te ne fai di una gazza?”

“La tengo, no? E le insegno a parlare!” (Madonna che mi tocca sentire!)

“Ma le gazze non parlano!”

“Embhè?” (ah, bhe…)

-silenzio-

“Tu che sai, cosa mangiano le gazze?” (Uao… Iniziamo bene…)

“Non saprei, ma di sicuro sa cosa mangiare se la lasciamo libera…”

E avanti così… Mica potevo prenderlo a ceffoni, poi chi lo sopporta più…

Alla fine cede:

“Come la mettiamo nel nido?”

“Basta arrampicarsi, vado io”

Si, lo so che un attimo fa ho detto che bastava lasciarla a terra, ma se la lasciavamo lì qualcun altro poteva vederla e via! Tutto da capo! Non credo che Schifomerda avrebbe apprezzato.

Piego l’orlo della maglia in modo da formare una sorta di marsupio, ci infiliamo Schifomerda che non la smette di lamentarsi, e chiudiamo con un giro di scotch di carta. Di qui in poi è tutta discesa, salgo sulla betulla, raggiungo il nido, ci sbatto dentro Schiformerda. Missione compiuta, scendo stile bradipo ubriaco.

Guardo l’orologio: mancano cinque minuti ...

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Comments: 1 | Views: 127Last Post by: sekmet (16/12/2008, 15:02)
 

B_NORM  
view post Posted on 16/12/2008, 14:31 by: SekEindhReply
Chi siamo? Cosa siamo? Pezzi di puzzle ecco cosa. Pezzi di puzzle sparsi su un immenso tavolo sferzato da folate di vento. A volte queste folate ci sbattono gli uni contro gli altri creando incastri inverosimili, fastidiosi, dolorosi. Combinazioni di colori sgradevoli e disegni che non combaciano e c'è chi non riuscirà mai a liberarsi del pezzo fastidioso che gli si è incollato a fianco. Altre volte invece ecco che accanto a noi si adagia il pezzo giusto che combacia alla perfezione. E come per incanto i colori sfumano l'uno nell'altro creando una piacevole armonia mentre i disegni si completano e si arricchiscono di particolari. A volte queste unioni durano poco, altre volte durano più di quanto si possa immaginare... Perchè due pezzi combaciano? Quali probabilità ci sono che due pezzi si incontrino e si incastrino alla perfezione? E quanto è forte il legame di un incastro perfetto? Ci sono incastri che chiamiamo amore, altri che chiamiamo amicizia, quali siano i più duraturi ed i più resistenti non ci è dato saperlo. Ciò che conta è fare tutto ciò che possiamo per impedire al vento di spezzare un incastro perfetto quando abbiamo la fortuna di crearne uno con un altro pezzo...
Comments: 1 | Views: 190Last Post by: -Gatto Nero- (6/4/2009, 05:55)
 

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